M'invochera' E Io l'Esaudiro': Testo, Spartito e Accordi del Canto - Repertorio Nazionale Canti per la Liturgia

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M'invochera' E Io l'Esaudiro': Testo, Spartito e Accordi del Canto

QUARESIMA
1.   M'invocherà e io l'esaudirò;
    a lui darò la gloria del mio nome
    e l'albero che reca la condanna
    sarà dissolto in lui.

2.   Sconfiggerà la morte ed il peccato
il nuovo Adamo, figlio prediletto;
sarà suo cibo fare il mio volere:
e abbonderà la vita.

3.   Io manderò gli angeli a guidarlo,
lo porteranno sulle loro mani,
non urterà il suo piede contro il sasso;
e gli darò la gloria.

4.   La grazia e il dono offerti in Gesù Cristo
si sono riversati in abbondanza;
e il deserto delle cose umane
rifiorirà in lui.

5.   Adorerai il Signore tuo Dio
e Gesù Cristo mosso dallo Spirito
a dare prova del suo amore immenso:
il Santo dato a noi!

Cosa dice il Testo del Canto

Il Testo
L'incipit del testo prende in prestito l’antifona di ingresso, tratta dal salmo 90, della Messa nella I Domenica di Quaresima: "Egli mi invocherà e io lo esaudirò; gli darò salvezza e gloria, lo sazierò con una lunga vita."
Tutto il testo è un continuo attingere dalle Sacre Scritture. La seconda strofa dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani (Rm 5, 14), le ultime tre dal vangelo di Matteo e Marco (Mt 4,1-11; Mc 1,12-13).
Un testo che vuole ruminare la Parola, vuole fare propria con risonanze particolarmente curate.
Articolo estratto da: chiesacattolica.it

Note per l'Esecuzione

Una melodia non scontata che si libra con facilità conservando l’intelligibilità testuale. Apprezzabile il lavoro compiuto nel mettere la musica a servizio del testo con un attento equilibrio armonico e melodico. Sebbene la linea melodica non rimanga subito impressa, questa crea attenzione, concentra su di se l’interesse, la tensione. L’alternanza di movimento e distensione dona il giusto bilanciamento ad un canto che non suscita mai noia.
Estratto dal sito: chiesacattolica.it

Note per L'utilizzo

È un inno da utilizzare nel tempo di Quaresima ed in particolare nella I domenica, con una specifica predilezione per quelle del ciclo A. La sua struttura musicale lo rende adatto come canto di ingresso, ma anche come canto di meditazione, contemplazione e ringraziamento.
È un canto da eseguire all’unisono con buona e chiara pronuncia, sforzando il coro a prendere fiato unicamente alla fine di ogni verso e non prima per evitare di rendere il bel testo incomprensibile. Si faccia attenzione a non renderlo mai pesante, ma snello, sciolto, leggero, cantando sulla parola e svincolandosi da una ritmica  metronomica e fredda.
Attenzione ai salti di quarta all’inizio del secondo e quarto verso di ogni strofa: si studi con cura, diligenza e costanza in modo da padroneggiare bene l’intonazione.
Può risultare interessante una possibile esecuzione che diversifichi i diversi timbri corali: la prima strofa assegnata a tutto il coro, la seconda alle sole voci femminili, la terza alle voci maschili, la quarta ad un solista e l’ultima di nuovo a tutto il coro.
Il canto richiede il giusto studio anche per l’organista che accompagna il coro, in modo che sappia muoversi con disinvoltura nella scelta dei registri più idonei oltre ad una corretta diteggiatura per evitare di rimanere “intrecciato” in qualche punto un po’ più denso.
Si sappia insegnare con cura la melodia all’assemblea.
Estratto dal sito: chiesacattolica.it
Note sul Canto
M’invocherà e io l’esaudirò (RN 88)

Testo: L. Di Simone
Musica: G. Liberto
Fonti: Paoline
Tempo liturgico: Tempo di Quaresima
Uso: ingresso, contemplazione
Forma musicale: inno

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