Rorate Caeli: Testo, Spartito e Accordi del Canto - Repertorio Nazionale Canti per la Liturgia

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Rorate Caeli: Testo, Spartito e Accordi del Canto

AVVENTO
Rit.    O cieli, stillate dall'alto, e le nubi facciano scendere il giusto.

1.    Non adirarti, Signore, non ricordare ancora il nostro peccato: ecco, la città del Santo è deserta; Sion è spopolata, Gerusalemme, la casa della tua gloria, dove Ti hanno lodato i nostri padri, è stata devastata.

2.    Abbiamo peccato, siamo stati resi come un nulla, e siamo caduti tutti, come una foglia; le nostre iniquità ci hanno trascinato via, come fa il vento con le foglie: ci hai nascosto il Tuo volto e ci hai sbattuti in mano al nostro male.

Cosa dice il Testo del Canto

Il Testo
L’inno “Rorate caeli” è per eccellenza il canto gregoriano del tempo d’Avvento. Il ritornello è tratto dal libro del profeta Isaia (45,8): «Stillate, cieli, dall’alto e le nubi facciano piovere la giustizia.» Si tratta di una preghiera rivolta a Dio perché, per il popolo in esilio, vengano i tempi messianici della liberazione. Si prega che Dio mandi il Re Messia dall’alto dei cieli come manda le nubi che lasciano cadere la rugiada del mattino. Divenga realtà presente quell’era di pace e di giustizia, opera di Dio, come è opera sua tutto il creato. Questo testo è, dunque una supplica a Dio che può fare tutto questo. La traduzione della Bibbia compiuta da San Girolamo ha reso il termine astratto di “giustizia” con il nome proprio di persona “giusto”. Questo ha fatto sì che questo passo fosse interpretato come direttamente riferito alla persona del Messia.
Articolo estratto da: chiesacattolica.it

Note per l'Esecuzione

Questa composizione è costituita da un’antifona che funge da ritornello seguito da quattro strofe (in questo caso sono state riportate le prime due). L’andamento del ritornello è molto melodico e cantabile, adatto all’esecuzione e alla memorizzazione anche di un’ampia assemblea, vista la sua brevità. Le strofe sono decisamente più articolate sia nel testo più lungo sia nella parte musicale tendente al recitativo. Fanno da padrone le corde di recita LA e DO con relative intonazioni e cadenze mediane e finali. Per questo motivo sono più adatte al canto di un solista. In altre parole: sono chiaramente più difficili da cantare insieme.
Estratto dal sito: chiesacattolica.it

Note per L'utilizzo

L’utilizzo di questo canto richiede sicuramente un’assemblea preparata e motivata. La traduzione conoscitiva allegata è uno strumento necessario da fornire a chi canta. Andrà valutata con ponderazione l’eventualità di eseguirlo per fare in modo che a nessuno tra i presenti alla celebrazione venga tolta la possibilità di partecipare col canto e di pregare. Se usato all’ingresso di una celebrazione eucaristica di Avvento occorre essere sicuri che tutti possano partecipare col canto del ritornello. Nulla vieta di utilizzare anche in altri contesti il solo ritornello senza le strofe: può così continuare ad essere una buona “sigla” di Avvento.
Estratto dal sito: chiesacattolica.it
Note sul Canto
Rorate Caeli (RN 57)

Testo: Is 45,8; sal 18;
Musica: melodia tradizionale
Libreria Editrice Vaticana
Uso: introito
Forma musicale: invocazione
Considerazioni
Possiamo chiederci per quale motivo tale canto sia stato inserito in questo repertorio di canti. Sicuramente per non disperdere un patrimonio così ricco e importante com’è il canto gregoriano. Non dimentichiamo che questa composizione ha caratterizzato il tempo di Avvento per molti secoli. In secondo luogo, abbiamo davanti un esempio di come cantare la parola di Dio. Il gregoriano non si permette mai (tranne qualche rarissimo caso) di cantare testi che non siano estratti dalla Bibbia o dalle fonti liturgiche. Per trovare le parole giuste da cantare a Dio si vanno a cercare le parole che Lui ci ha detto; si è così sicuri che sono davvero giuste. Questo è un criterio importante che ci insegna il gregoriano. Questo tipo di canto ci dà pure un’altra lezione: la parola viene prima della musica. Detto in altri termini: la musica è al servizio del testo, la musica deve cercare di rendere al meglio il testo perché questo possa diventare preghiera.
DON GRAZIANO GHISOLFI Responsabile Sezione “Musica per la Liturgia” dell’Ufficio Diocesano per il Culto Divino. Cremona (CR)

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